Le risaie del Vercellese

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di Davide Del Papa

Le immagini catturate dal satellite Sentinel–2 del programma europeo Copernicus, mostrano le varie fasi della coltivazione del riso tra Aprile e Giugno nelle risaie del Vercellese, nella pianura padana, in Italia.

Canale Cavour GIF

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La risaia

Le spighe di riso maturano a settembre, ma vi sono due modi per piantare il riso: a secco, su un terreno senz’acqua, e a spaglio, su un terreno già allagato. Nel caso di semina a spaglio le piantine di riso vengono seminate e cresciute in un terreno distinto dalla risaia finale, e vengono piantate a giugno sulle risaie già allagate. Ma il lavoro dei campi comincia già sul finire dell’inverno. Le risaie infatti, essendo sommerse per buona parte dell’anno, necessitano di sovente aratura, per permettere l’areazione del suolo.

La risaia poi ha bisogno di mantenere un livello d’acqua di circa 10cm; per questo il terreno ha bisogno di essere livellato il meglio possibile e di avere argini fra i 30 e i 60cm per ritenere l’acqua ad un livello accettabile per i coltivi. Il lavoro certosino di costruire vasche e vaschette di contenimento, seguendo i naturali dislivelli del terreno, è aiutato al giorno d’oggi dall’avvento di misuratori di livello laser montati sui trattori: la tecnologia moderna permette spesso un accuratezza pari a 0,5 cm ogni 500 metri.

Risaie Fonte: Wikimedia Commons

Il canale Cavour

Fondamentale per una risaia è l’inondazione, resa possibile da numerosi canali artificiali. Fra questi, il Canale Cavour è un’opera di ingegneria idraulica impressionante: basti pensare che si avvale di più di 300 sifoni, il più grande dei quali, lungo più di 250m, scorre sotto il fiume Sesia. L’opera di realizzazione del canale fu affidata all’ingegnere Carlo Noè nel 1852 dall’allora presidente del Consiglio dei ministri del Regno di Sardegna, Camillo Benso, conte di Cavour. Le opere di realizzazione, però, non ebbero inizio se non dieci anni dopo, nel 1862, dopo l’unificazione dell’Italia e la morte dello stesso Cavour.

Canale Cavour Fonte: Wikimedia Commons

Le risaie come risorsa militare

Nel frattempo, il 28 di Aprile 1859 l’imperatore d’Austria dichiarava guerra al Piemonte. Sorprendentemente però il 19 maggio le truppe austriache dovettero ripiegare senza colpo ferire a causa dell’allagamento delle risaie del Vercellese. L’opera di inondazione fu affidata allo stesso ingegnere Noè. Ecco quindi che le risaie del Vercellese si trasformarono in una importante risorsa strategica: la capitale in quegli anni era Torino, e sebbene le truppe austriache avessero già catturato la città di Novara, a meno di 100km, dovettero arrendersi dopo 17 giorni trascorsi nell’inutile tentativo di guadare delle risaie completamente allagate!

L’ecosistema risaia

La risaia è un ecosistema naturalistico a parte. Gli aironi per esempio sogliono nidificare attorno alle risaie, in aree denominate garzaie, in sottoboschi o canneti paludosi. Ovviamente lì dove è presente una grande massa d’acqua immobile, v’è una notevole riproduzione di zanzare, ma nell’ecosistema risaia c’è posto anche per i predatori delle zanzare: rane e pesci, specialmente la gambusia che si nutre di larve di zanzare. In questo ecosistema è solito trovare anche il cavaliere d’Italia, una specie protetta di uccello, le cui femmine sogliono fingere di avere un’ala rotta per distrarre i possibili predatori dal nido, situato nei bordi di saline, paludi e risaie.

Canale Cavour Fonte: Wikimedia Commons

Tutto questo ecosistema ha rischiato di scomparire dagli anni sessanta in poi, a seguito di un uso sconsiderato di erbicidi ed antiparassitari chimici. Negli ultimi anni però, la presenza di norme strette ha permesso la ricostituzione dell’ecosistema; infatti sono tornati gli aironi e i cavalieri che erano quasi scomparsi dalle pianure padane, e non è più difficile, come un tempo, incontrare pescatori nelle risaie: i pesci sono tornati e c’è meno rischio dovuto ai prodotti chimici, che vengono di solito dati nella fase iniziale “a secco” delle coltivazioni, prima di allagare la risaia. È notevolmente aumentata altresì la presenza di rondini che fanno buon pasto delle abbondanti zanzare di risaia. Il problema rane però rimane, perché il sistema moderno, che consiste in lasciare per molto tempo le risaie a secco, ha notevolmente ridotto le possibilità riproduttive delle specie anfibie.

Aprile 2016

Canale Cavour 4 2016

Maggio 2016

Canale Cavour 5 2016

Giugno 2016

Canale Cavour 6 2016

Contains modified Copernicus Sentinel data 2016 - sentinelmap.eu/#13/45.43/8.3

Riferimenti: